17 aprile 2020.
NUOVI SCENARI E STRATEGIE PER LA RIPRESA.
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Stiamo vivendo un’esperienza che sembrava confinata nelle pagine della storia, quando Manzoni descriveva la peste a Milano nel 1630.
Stiamo vivendo anche una sorta di guerra non guerreggiata dove le fabbriche sono state chiuse anche senza essere state bombardate.
E’ una situazione eccezionale che va affrontata con misure eccezionali, con una sorta di Piano Marshall europeo e italiano senza il quale rischiamo di non rimetterci in piedi.
Tutte le associazioni sono consapevoli della dura realtà che stiamo vivendo e della situazione di tremenda incertezza che ci attende in futuro.
Siamo tutti consapevoli che NON ANDRA’ TUTTO BENE.
Ciò che spaventa i Professionisti dell’Ospitalità, non è solo la previsione della mancanza di arrivi pari a circa il 60% e una contrazione del settore superiore al 30, ma anche tutte le conseguenze dovute al fermo delle attività economiche nel paese e nel mondo, la minore capacità di spesa che avranno gli italiani, che si aggiungono alle nuove norme di sicurezza, protocolli e ciò che al momento non siamo in grado di prevedere.
Molte attività non riusciranno più a riaprire, soprattutto nel settore della Ristorazione, vittime dei mancati incassi e di liquidità, difficoltà di accesso al credito, oneri che sono rimasti in essere, come gli affitti dei locali, le tasse ed imposte, al momento solo rinviate piuttosto che stralciate completamente e gli aiuti dallo Stato e dall’Europa ancora poco chiari, soprattutto in aiuto delle imprese.
Tanta preoccupazione proviene dalle norme che entreranno in vigore per permettere le riaperture degli alberghi, ristoranti, bar, pub che saranno improntate alla massima igiene e sicurezza, ma che costituiranno fonte di minori ricavi a causa del necessario distanziamento degli ospiti nelle sale e nei locali e che nello stesso tempo creeranno maggiori costi gestionali.
Molto sentito è il problema dei tanti lavoratori in cassa integrazione e degli stagionali che si ritrovano con l’incertezza della riapertura della propria struttura e senza lavoro, senza dimenticare che per molti la sofferenza era già in atto per via della NASPI che ha ridotto le somme a disposizione dei lavoratori aumentandone le difficoltà economiche.
Per tutte le strutture ed attività molta attenzione andrà posta sulla formazione del personale allargando all’educazione dei collaboratori il rispetto dell’igiene e dei comportamenti individuali e soprattutto assicurandosi che seguano con molta professionalità le disposizioni che li riguardano a tutela degli ospiti, della struttura ed anche di loro stessi.
C’è, quindi, consapevolezza delle difficoltà che le aziende e i collaboratori dovranno affrontare per recepire i protocolli precisi e chiari necessari per ogni reparto e attenersi al nuovo utilizzo dei dispositivi di protezione, andrà rielaborata la valutazione dei rischi. A questo proposito l’OMS ha redatto e divulgato un documento dove sono racchiusi dei consigli ed operatività da seguire. Non si capisce se verranno adattate alle diverse realtà del nostro paese, chi ci sta lavorando dietro e quando saranno disponibili.
Al di la di tutto questo è il perdurare della mancanza di attenzione verso il nostro settore che allarma maggiormente.
Il turismo è il grande assente al tavolo della crisi.
Non c’è un esperto di Turismo nel team di COLAO.
L’Istituzione del Ministero del Turismo rimane sempre una richiesta prioritaria da parte di chi, come noi, lavora e vive per il Turismo.
L’assenza di questo ministero mai come ora si è sentita in maniera così pesante.
Nonostante tutto c’è molta convinzione che tutti sapranno fare la propria parte e così come è avvenuto in altre occasioni di crisi che hanno colpito il settore negli anni passati, anche questa volta ne verremo fuori meglio di prima, più responsabili e determinati.
Per tutti noi, L’Italia è e resta il più bel Paese del mondo che il mondo ci invidia e che viene a visitare più che volentieri apprezzando anche la qualità e genuinità della nostra accoglienza, del nostro stile di vita, della gioia di vivere e di goderci la vita che ci caratterizza.
Questi sono parte dei nostri pensieri e preoccupazioni e crediamo possano essere motivo di riflessioni e argomentazioni per il lavoro di oggi.
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Di seguito l'articolo da Hotel Domani che evidenzia i temi trattati.
Post emergenza: il turismo continua ad essere ignorato
19 aprile 2020
In una lunga diretta video venerdì gli operatori del turismo si sono confrontati sull’impatto della pandemia e sugli scenari futuri. All’unisono i partecipanti hanno denunciato la mancanza del turismo nei tavoli che contano e che stanno decidendo della riorganizzazione nel post emergenza. Non viene data importanza ad un settore chiave dell’apparato produttivo italiano che rappresenta il 13 del Pil, ma sfiora il 20% se includiamo l’indotto.
L’incontro, organizzato da Rete Destinazione Sud, moderato da Michelangelo Lurgi, ha visto la partecipazione anche del direttore di Hotel Domani, Renato Andreoletti (il suo intervento in un articolo a parte) e del presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci.
Di seguito una sintesi degli aspetti più rilevanti emersi in alcuni interventi.
Turismo: manca una cabina di regia nazionale
Luciano Manunta, presidente di AIRA, associazione impiegati d’albergo, e Vice Presidente di Solidus, oltre ad esprimere la forte preoccupazione per l’impossibilità di sapere quando gli hotel riapriranno, ha voluto porre l’accento sul fatto che “un problema può diventare anche un’opportunità, soprattutto per rivendicare una cabina di regia, ovvero un ministro del turismo con portafoglio, che sia un punto di riferimento e ci permetta di ottenere la considerazione che meritiamo, oltre a informazione e formazione, basilari per chi lavora in hotel e per essere pronti a ripartire”.
“Stiamo vivendo una guerra senza bombardamenti. La mancanza di attenzione è ciò che ci allarma maggiormente: il settore viene ignorato ai tavoli di crisi, non c’è il turismo nel tavolo di Colao. L’assenza di questo ministero mai come ora si è sentita in maniera così pesante” ha ribadito Francesco Guidugli, presidente di Solidus, la confederazione nazionale di tutte le associazioni di categoria, come ABI, ADA, AIH, AIRA, AIS, AMIRA, per citarne alcune.
Alberghi non cliniche
“Avremo grosse difficoltà economiche e dovremo riorganizzare le nostre attività” ha aggiunto Alessandro D’Andrea, direttore d’albergo, presidente nazionale di ADA e Vice Presidente di Solidus. “Gli alberghi devono essere messi in condizioni di operare. Servono linee guida precise e univoche. Il problema è che turismo e sanità sono di competenza regionale, si dovrà tenere conto dell’eterogeneità dei territori”.
Cario D. Sabla, direttore d’hotel: “Secondo l’Oms, il manager dell’hotel deve redigere un piano operativo su ogni singolo step dell’accoglienza (uso di mascherina, guanti, sanificazione…). Dobbiamo rilevare la temperatura agli ospiti, indicare tutto su un registro, essere pronti al minimo segnale di possibile contagio… cose complesse, che vengono fatti negli ospedali”.
“Perché il protocollo delle misure di sicurezza non lo ha preparato l’industria alberghiera? Burioni lo ha fatto per la Ferrari. Forse sarebbe stato il caso di rivolgersi a un virologo per evitare decine di protocolli regionali diversi… e magari l’introduzione di misure assurde, inapplicabili” ha dichiarato Mauro Santinato di Teamwork, sottolineando anche la necessità per il comparto di fare rete per acquisire massa critica.
Aiuti concreti al turismo, non indebitamento
Ad Anna Citarella, Presidente Associazione albergatori Maiori Costiera Amalfitana è stato chiesto se vale la pena aprire? “Dobbiamo guardare la realtà. In Costiera amalfitana abbiamo l’80 per cento di clientela straniera che ora è ferma. Non vedo da parte del governo italiano una proposta seria, concreata e operativa. La cosiddetta iniezione di liquidità è in realtà un invito al credito bancario. Consente di pagare i costi fissi, le imposte. Ma se non produciamo reddito, dove andremo a prendere i soldi per sanare il debito? Serve una manovra straordinaria che preveda l’esonero dal versamento di imposte e tasse perché solo così potremo incominciare a vedere la luce. Riguardo all’occupazione: sicuramente gli imprenditori devono fare la loro parte, ma lo stato ci deve venire incontro, magari facendosi carico dei contribuiti da versare”.
Nota dolente: la banchettistica
Angelo Desimone, Resort Oleandri di Paestum si è espresso sulle problematiche legate al settore Banqueting ed eventi: “Paestum vuole fare la sua parte, ma ad oggi non sappiamo se, come e quando si potrà aprire. Si prospettava un anno stupendo, carico di eventi. Il mercato estero è azzerato… Riguardo ai matrimoni, il 30% delle coppie ha preferito posticipare al 2021. 200 eventi programmati di cui 50 grandi eventi sono saltati. Anche gli stabilimenti balneari avranno problemi nel pagare i canoni demaniali. Servono aiuti a fondo perduto per le aziende, l’autofinanziamento bancario non è una soluzione e un palliativo”.
Cinzia Callegari, Direttrice dell’Hotel Fenicottero Rosa a Porto San Paolo, e rappresentante di Emozioni Experience Hotels, piccola rete di hotel in Sardegna, ha invece lamentato la mancanza di un piano strategico di marketing e comunicazione a livello nazionale che permetta alla destinazione Italia di posizionarsi insieme agli altri mercati internazionali, per dire che il nostro paese esiste.
La villaggistica tra i più penalizzati
Nell’incontro è stato messo in evidenza quanto il segmento rischia di essere tra i più colpiti essendo una formula di ospitalità che si basa su condivisione e aggregazione. “In questa emergenza c’è il rischio di non poter soddisfare le aspettative dell’ospite, di compromettere una reputation costruita negli anni” ha dichiarato Renato Marandino di Acampora Hotels, Paestum. “Nello stesso tempo non possiamo lavorare con un’occupazione bassa, i costi supererebbero i ricavi. Servono quindi misure che incentivino gli operatori alla riapertura, ora in forse, e di conseguenza favoriscano l’occupazione. In secondo luogo, chiediamo regolamenti per questo ramo di settore che presenta specifiche esigenze e criticità. Serve una regolamentazione della villaggistica”.
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Chi è SOLIDUS
SOLIDUS rappresenta il tavolo permanente costituito da otto delle principali associazioni professionali italiane – ABI, ADA, AIH, AIRA, AIS, AMIRA, FAIPA, FIC – che rappresentano tutte le figure professionali che operano nel settore dell’accoglienza e dell’ospitalità in Italia, dai Direttori agli Impiegati, dai Sommelier ai Maître, dai Barman ai Cuochi, dalle Governanti ai Concierge: sono oltre 50.000 professionisti iscritti alle varie associazioni in rappresentanza degli oltre 2 milioni di italiani che operano direttamente nel turismo in Italia, altrettanti operano nei settori dell’indotto.
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